C’era una volta una cascina che nelle mappe settecentesche del Catasto Teresiano veniva chiamata La Bovisa: una comunità agricola che faceva parte dei Corpi Santi di Porta Tenaglia e fu annessa al Comune di Milano soltanto nel 1873. La cellula urbana della Bovisa può essere fatta risalire agli insediamenti agricoli delle cascine sparse nella campagna a nord di Milano fin dal medioevo. A fine ‘800, all’epoca del grande sviluppo economico del territorio milanese la Bovisa diventa un formidabile polo produttivo, una cittadella del lavoro. Oggi di quella stagione sopravvivono alcune realtà artigianali che, con tenacia, portano avanti mestieri che appartengono a un’epoca industriale che affidava alle mani il primato del lavoro. Pochi, ma importanti mestieri vengono esercitati ancora oggi nelle immediate vicinanze del Campus Universitario e chissà che nell’epoca post-industriale della sostenibilità e della green economy le mani degli artigiani e le menti degli ingegneri non trovino un’inedita alleanza. Utopia? No! Ingegneria.
C’era una volta una cascina che nelle mappe settecentesche del Catasto Teresiano veniva chiamata La Bovisa: una comunità agricola che faceva parte dei Corpi Santi di Porta Tenaglia e fu annessa al Comune di Milano soltanto nel 1873. La cellula urbana della Bovisa può essere fatta risalire agli insediamenti agricoli delle cascine sparse nella campagna a nord di Milano fin dal medioevo. A fine ‘800, all’epoca del grande sviluppo economico del territorio milanese la Bovisa diventa un formidabile polo produttivo, una cittadella del lavoro. Oggi di quella stagione sopravvivono alcune realtà artigianali che, con tenacia, portano avanti mestieri che appartengono a un’epoca industriale che affidava alle mani il primato del lavoro. Pochi, ma importanti mestieri vengono esercitati ancora oggi nelle immediate vicinanze del Campus Universitario e chissà che nell’epoca post-industriale della sostenibilità e della green economy le mani degli artigiani e le menti degli ingegneri non trovino un’inedita alleanza. Utopia? No! Ingegneria.